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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

La truffa dei bonus edilizi, scena muta degli indagati davanti al giudice

Giornata di interrogatori in Procura dopo il blitz della guardia di finanza che ha portato anche al sequestro di 37 milioni

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere cinque dei sei indagati dopo il blitz della guardia di finanza sulle truffe legate ai bonus per la ristrutturazione edilizia. Giornata di interrogatori oggi in Procura dove il medico Antonino Barbera, l'unico ristretto in carcere, ha fornito dichiarazioni spontanee ma poi così come i suoi familiari, tutt'ora ai domiciliari, ha fatto scena muta davanti al giudice per le indagini preliminari Ornella Pastore. 

Mentre proseguono gli ulteriori accertamenti delle Fiamme Gialle, i rispettivi difensori, gli avvocati Carlo Autru Ryolo, Carlo Merlo, Rosa Guglielmo, Filippo Di Blasi e Paola Barbaro, nelle prossime ore potrebbero presentare ricorso al Riesame per ottenere la revoca delle misure cautelari.

Cosa hanno portato alla luce le indagini

La guardia di finanza ha svelato l'esistenza di una vera e propria associazione per delinquere finalizzata a truffare lo Stato e ottenere illecitamente bonus per la ristrutturazione edilizia. A capo, secondo quanto accertato dagli inquirenti,  c'erano sei messinesi. Figura centrale era quella di un medico, Antonino Barbera di Rometta, sfruttando il rapporto di fiducia con i pazienti e proponeva loro di accedere a contributi statali. Le agevolazioni fiscali, riconducibili al Superbonus 110%, finivano ad una società, avente ad oggetto la locazione di beni immobili, poi risultata priva di personale e strutture idonee all’esercizio dell’attività. Un raggiro che fruttato ben 37 milioni di euro, adesso sotto sequestro. A dare il via agli accertamenti delle Fiamme Gialle un cittadino che ha denunciato dopo essere stato informato da un funzionario dell’Agenzia delle Entrate dell’inserimento, nel proprio cassetto fiscale, di crediti d’imposta per un controvalore di ben 1,3 milioni di euro, riconducibili a lavori di ristrutturazione edilizia, in realtà mai eseguiti.

Le indagini hanno poi consentito di ricostruire ulteriori ingenti crediti, inseriti nei sistemi informatici da un unico soggetto e ceduti da soggetti privati, sempre alle medesime società messinesi riconducibili a persone facenti parte di un solo nucleo familiare. L’attività criminale ruotava intorno ad un medico di medicina generale di Messina che, sfruttando il rapporto di fiducia che intercorreva con i suoi pazienti, prospettava loro la possibilità di ottenere i contributi statali “Ecobonus” e “Superbonus”, per ristrutturare immobili di loro proprietà.

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